Il referendum dei ricchi dove "spuntano" anche i poveri

ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.15 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45
Oggi si scopre, leggendo i giornali, una cosa - ci si perdoni l'ironia - davvero incredibile, inaspettata e davvero sorprendente. Che di tutti i referendum quello che ha avuto più "no" in una consultazione alla quale generalmente partecipano quelli che vogliono votare "sì", è quello per ridurre il tempo per la cittadinanza da 10 a 5 anni. Il tema divide anche quelli che stanno a sinistra, dunque. Perché, seppur sbagliando, è un argomento che si lega al tema delle seconde generazioni, della sicurezza eccetera eccetera. E che cosa si legge dai dati, anche qui, sorprendendoci come per la scoperta dell'acqua calda? Che nei centri borghesi delle grandi città il sì è largamente prevalente, mentre nelle periferie, specie quelle più povere e abitate dagli immigrati di seconda generazione, dove la povertà è più evidente e dove di fatto esiste il problema, i "no" sono assai di più.
Periferie: o si integrano o saranno sempre più il regno degli estremismiMa chi l'avrebbe mai detto che nei centri ricchi, ben presidiati dalle forze dell'ordine, dove la gente frequenta bei ristoranti e vive in case climatizzate e insonorizzate, è meno avvertito il tema della sicurezza? Davvero incredibile! Chi se lo sarebbe mai potuto immaginare? Forse è ora che si smetta di trattare le vicende da un punto di vista ideologico e si cominci ragionare da un punto di vista pratico: le periferie o saranno integrate (non represse: integrate) oppure saranno il regno degli estremismi e dell'astensionismo, saranno sempre più pancia e intestino del Paese, sempre più disilluse e radicalizzate, sempre più violente e ingiuste. E saranno preda del populismo, di qualunque colore, per l'esasperazione verso una politica che non affronta i problemi.
Affari Italiani